W LO SPAC

17 aprile – 16 maggio 2004

a cura di Renato Barilli

Un itinerario in due “giornate” Una utile “perdita del centro” …Lo SPAC, invece, si rifiuta a questa logica accentratrice ed egemonica, vuole che bellezze, i prodotti artistici restino in loco, ciascuno nel suo habitat, sia per quanto riguarda la valorizzazione dell’esistente sia per gli incrementi, l’aggiunta di nuovi prodotti. Costitutivo appare il dialogo tra l’opera e l’atmosfera che l’ha vista nascere, che in qualche modo l’ha postulata. Per questa ragione proprio nella riga d’esordio del presente discorso ho parlato genericamente di “iniziativa”, guardandomi bene di pronunciare la fatidica parola di “mostra”. Questa impresa e questo catalogo non invitano affatto a consumare il rito della visita a una “mostra” il che implica in genere che le opere da vedere se ne stiano appunto concentrate in un unico contenitore, al massimo in due o tre, purché attigui e facilmente raggiungibili. Qui, al contrario, si tratta di adempiere al rito di un pellegrinaggio, di andare tutti insieme, in carovana, a scoprire quanto ci offre, in termini di arte contemporanea, ciascuna località affiliata al sistema, facente parte della rete, sicuri già a priori che ogni volta lo spettacolo sarà diverso dai precedenti e dai successivi, e non solo nelle opere offerte, il che va da sé, ma proprio nelle condizioni del porgerle: palazzi antichi, salette di nuova edificazione, chiesette romite appena restaurate, rocche storiche, perfino “neviere”, cioè luoghi deputati a conservare la neve fuori stagione, quando le tecniche del freddo non erano sviluppate come oggi. L’opera, insomma, incomincia a farsi annunciare